lunedì, maggio 08, 2017

GOLD: LA GRANDE TRUFFA

Gold: la grande truffa
di Stephen Gaghan
con Matthew McConaughey, Edgar Ramirez, Bryce Dallas Howard
USA, 2016
genere,  avventura
durata: 121' 


Kenny Wells è l'erede di un importante imprenditore minerario. In pochi anni la fortuna, anche a causa dell'alcol, gli volta le spalle e si trova sull'orlo del fallimento. Riesce ancora a raccogliere una somma di denaro, che gli consente di sostenere l'impresa del geologo Michael Acosta, che sembra aver scoperto, nella inesplorata giungla indonesiana, uno dei più grandi giacimenti auriferi del mondo. I dollari ricominciano ad affluire e Wells diventa un uomo ricco. Pur con tutte le variazioni sempre necessarie nella trasposizione dalla cronaca allo schermo, questa è una vicenda tratta da una storia vera, come ricordato dalla scritta che campeggiava nella promozione del film. Il titolo originale "Gold" va dritto al punto: chi ricorda gli eventi risale al resto, chi invece ne è ignaro continua a esserlo fino alla visione, per godersi le svolte della narrazione. L'oro è da sempre è una calamita potente, capace di attrarre masse di diseredati e ancora oggi, come ci hanno mostrato con efficacia le foto scattate da Sebastiao Salgado, qui citate, è in grado di allestire bolge infernali che purtroppo non si collocano nell'aldilà. La febbre che provoca in questo caso non è quella di matrice chapliniana, ma fa comunque alzare la colonnina di mercurio del mercato azionario, coinvolgendo operatori attratti da un miraggio che ha i contorni della realtà. Al centro una coppia. Da un lato Edgar Ramirez, che ha tutte le caratteristiche, anche fisiognomiche, dell'uomo per cui l'avventura e la scoperta di nuovi territori da esplorare costituiscono il senso della vita. Dall'altro Matthew McConaughey che, con una pancia da dieta di patate e birra per un mese e mezzo, costruisce uno di quei personaggi borderline che tanto gli piacciono, con un'adesione che sprizza da tutti i pori il piacere per ogni singola inquadratura. I due, con il circo finanziario che inizia a girare loro attorno, offrono l'occasione per una riflessione su come il mondo dell'economia, non solo da oggi, qui siamo negli anni'80, sia affidato a "esperti" che creano più danni che vantaggi. Modificando un po' una celebre battuta del Macbeth di Shakespeare, si potrebbe dire "l'economia è un racconto narrato da un idiota, pieno di strepito e di furore, senza alcun significato": questa frase ben riassume la filosofia alla base della pellicola. Un'ultima annotazione: nel film c'è una scena di McConaughey con un felino che è stata girata l'ultimo giorno di riprese. Non è difficile comprenderne il motivo.
Riccardo Supino 

1 commento:

Patalice ha detto...

non mi è minimamente venuto in mente di vederlo, nonostante McConaughey sia uno degli attori che prediligo negli ultimi anni...