mercoledì, gennaio 13, 2016

LA CORRISPONDENZA - CONFERENZA STAMPA




A chi gli chiede se sia contento per la vittoria del golden globe da parte di Ennio Morricone ottenuta per la colonna sonora di “The Hateful Height” Giuseppe Tornatore sorride mentre racconta di aver contribuito il qualche modo al premio per aver convinto il musicista a lasciarsi coinvolgere dal progetto di Quentin Tarantino. Inizia così la conferenza stampa seguita all’anteprima de “La corrispondenza” il nuovo film del regista siciliano distribuito in 400 copie nelle sale italiane a partire dal prossimo giovedì. La storia, tratta da uno spunto risalente a 15 anni e non realizzato perché con la tecnologia dei tempi sarebbe risultato “un film di fantascienza”, racconta la relazione sentimentale tra Ed Phoerum, professore di astrofisica e la sua ex allieva Amy Ryan e delle misteriose circostanze che a un certo punto vedranno l’uomo scomparire per poi rifarsi vivo attraverso i video messaggi inviati alla ragazza.


Non è la prima volta che il regista siciliano affronta il tema dell’amore impossibile già raccontato nel precedente “La migliore offerta” e d'altronde non potrebbe essere altrimenti perchè “come diceva Pavese gli scrittori non si appassionerebbero a raccontarli se fossero felici e ordinari". “In questo caso la novità" continua Tornatore "è rappresentata dall’elemento tecnologico che entra in gioco non solo come principio narrativo ma anche come contrappunto tra la razionalità della tecnica e l’ineffabile che contraddistingue la materia amorosa”. Tornatore che nella scelta degli interpreti non ha dovuto arrovellarsi più di tanto afferma di avert trovato in Jeremy Irons l’unica scelta possibile – “La prima volta ci siamo sentiti via Skype e quello che mi ha colpito è stato che mi sembrava di trovarmi già dentro il film mentre per Olga Kurylenko è accaduto quella che capita spesso a un regista durante i provini e cioè di vedere il personaggio nell’attrice che gli sta di fronte”.


L’attrice russa diventata in poco tempo una delle muse del cinema d’autore (la ricordiamo in “To the Wonder” di Terence Malick) afferma di essere stata colpita dal copione perché per la prima volta una storia così universale veniva raccontata in maniera tanto originale. “Per entrare nella parte ho dovuto studiare e informarmi perché Amy è una studentessa di astrofisica, argomento di cui conoscevo poco o nulla. Ogni volta arrivavo sul set piena di foglietti con gli appunti delle mie ricerche suscitando l’ilarità di Giuseppe”. Per Jeremy Irons invece, ancora addolorato dalla morte dell’amico David Bowie, l’amore alla pari dell’arte è una forma di comunicazione che quando ha successo riesce a toccare le persone. A differenza della collega dichiara di non credere nell’amore eterno perché “quello mortale è già sufficiente e rimane in qualche modo dentro il nostro cuore anche quando i rapporti finiscono”. Costretto a recitare per la maggior parte del tempo da solo e davanti a uno schermo che ne registrava le missive, Irons dichiara di aver lavorato di fantasia per immaginare il menage che la lavorazione del film di fatto gli ha negato.


Ma “La corrispondenza” segna anche un altro capitolo della collaborazione tra Tornatore ed Ennio Morricone al quale il regista è legato da un’amicizia che non ha mai interferito sulle valutazioni lavorative che da parte del grande musicista sono state sempre franche e puntigliose. “Lavorare con lui è come essere a contatto con un entità capace di realizzare ogni cosa a patto di riuscire a persuaderlo su ciò che si desidera raggiungere. Anche questa volta la musica del film è stata costruita a partire dalla sceneggiatura. Si è trattato di un lavoro complesso ma entusiasmante perché quello che mi servivano erano suoni elettronici che andavano fuori dalle consuetudini orchestrali che caratterizzano la musica di Ennio”. E superfluo dire che anche in questo caso il risultato è stato all’altezza delle aspettative. 

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