sabato, novembre 21, 2015

PAN


Pan
di Joe Wright
con Garret Hedlund,  Hugh Jackman, Rooney Mara
Usa, Uk, Australia
avventura, fantastico
durata, 111'


Il romanzo di J.M. Barrie, pubblicato per la prima volta nel 1902, ha ispirato svariate trasposizioni, negli ambiti più disparati: teatro, musical, animazione e, in larga scala, ovviamente, il cinema.
Il film diretto da Joe Wright e scritto da Jason Fuchs si prefigge di raccontare le origini, inventate, di Peter Pan, di Capitan Uncino e di introdurre l’Isola che non c’è, così come l’immaginario popolare la conosce. Personaggio chiave è lo spietato pirata Barbanera, che rapisce piccoli orfani per portarli, con la propria nave volante, proprio sull’Isola, da lui dominata. Tutto cambia quando tra quei bambini si troverà proprio Peter, abbandonato misteriosamente quando era in fasce. Dopo aver fatto la conoscenza del disilluso Uncino, il ragazzo muoverà la ribellione contro la tirannia di Barbanera, aiutato dagli indiani di Giglio Tigrato, portando a compimento un’antica profezia che lo riguarda.

In questo film, il villain un po' alternativo è Hugh Jackman, che interpreta Barbanera, sfruttando anche le proprie doti canore in un paio di scene. È apprezzabile che il doppiatore italiano sia il medesimo degli altri suoi film, fatto, questo, che ne facilita l'immediato riconoscimento. Rooney Mara ricorda poco una guerriera di una tribù indigena. Garret Hedlund è un Uncino atipico, nel ruolo forse più stravolto rispetto al romanzo di Barrie: qui amico e compagno di avventura di Peter Pan, a sua volta interpretato dall’esordiente e giovanissimo Levi Miller: un enfant prodige, dalle straordinarie doti recitative. Nomi di una certa attrattiva compaiono anche tra le comparse: Amanda Seyfried e Cara Delevingne. Wright, che, finora, si era cimentato con film in costume (Espiazione, Anna Karenina), è alla sua prima prova in un blockbuster hollywoodiano.



Non tutto è apprezzabile nel film. La reinterpretazione di “Smells Like Teen Spirit” dei Nirvana delude: è solo il primo elemento che appare fuori luogo. Tutta la componente dell’intrattenimento, infatti, si basa su dialoghi poco credibili e caratterizzazioni arrangiate se non stereotipate. Peter Pan appare come un predestinato, Uncino come un co-protagonista positivo, fino a una Giglio Tigrato messa lì quasi solo per usufruire del casting di Rooney Mara.

In questa trasposizione c’è, probabilmente, più grandiosità e finzione di ogni altra vista prima: effetti speciali realizzati con le più innovative tecniche 3D e sequenze bellissime, dai paesaggi mozzafiato, accompagnano lo spettatore durante tutto il film. Eppure, nel film manca il senso di meraviglia di un ragazzino che vola e combatte con i pirati. La mitologia celebre e immortale del coccodrillo, dei bimbi perduti, delle fate e delle sirene viene semplicemente omaggiata. Al termine della pellicola, non si comprende perché Peter Pan diventi il ragazzo che non vuole crescere.

Da sottolineare la notevole attenzione del regista nei confronti degli spettatori più piccoli, in quanto ha reso questo film adatto a tutta la famiglia. Ha rinunciato all’inserimento di scene cruente, sostituendo al sangue nuvole di colore, per rappresentare la morte dei vari personaggi. È un film adatto agli amanti del fantasy e di Peter Pan.
Riccardo Supino



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