venerdì, gennaio 16, 2015

LA TEORIA DEL TUTTO

La teoria del tutto
di James Marsh
con Eddy Redmayne, Felicity Jones, David Thewelis 
Uk, 2014
genere, biografico, drammatico
durata 123'
A Beautiful Mind. L'appellativo - derivato dall'omonimo film diretto da Ron Howard - che ieri descriveva così bene il talento e l'umanità  di John Nash, scienzato statunitense insignito del premio Nobel per aver contribuito a sviluppare la teoria dei giochi, potrebbe essere utilizzato oggi come riferimento alla genialità del collega inglese Stephen Hawking, passato alla storia per le sue ricerche sui buchi neri e sull'origine dell'universo. Un legame, quello tra i due uomini, che non si esaurisce nell'esemplarità dei rispettivi meriti lavorativi ma che si allarga anche al privato, e all'interno di una quotidianità condizionata dalle limitazioni della patologia di cui entrambi soffrirono. Così se Nash dovette fare i conti con una sorta di allucinazione schizofrenica che lo portò a convivere con il clone di se stesso, parimenti Hawking si trovò ad affrontare le conseguenze di una degenarione neurologica che in breve tempo gli fece perdere buona parte delle sue normali funzioni corporee.
Analogie che non sono sfuggite ai produttori hollywoodiani, ne a coloro che dopo aver visto il film interpretato da Russell Crowe hanno pensato di realizzare un remake sotto mentite spoglie , con lo scienziato inglese e la sua devota moglie (che ha scritto il libro da cui il film è tratto) a replicare le gesta anche sentimentali dei loro predecessori. In questo senso "The Theory of Everything" è, rispetto al suo predecessore, paradigmatico nel presentare una vicenda umana che nasce e si sviluppa sovrapponendo due linee narrative: da una parte quella riguardante la speculazione intellettuale e cognitiva, con l'anarchia del genio e delle sue rivoluzionarie scoperte, messe a confronto con la reazione di un mondo riottoso al cambiamento. Dall'altra invece, in una sorta di contrappasso emozionale, la dolcezza e l'amore di un legame sentimentale apparentemente impossibile (come all'inizio sembra quello tra John Nash e la moglie Alicia), e che invece fu, grazie alla forza e alla tenacia della donna che donò a Hawking amore e normalità.

Consapevole che la forza di questo genere di film risiede soprattutto nel ribaltare la normale percezione di ciò che distante ed eccezionale, permettendo allo spettatore di fraternizzare con personaggi e avvenimenti usalmente irraggiungibili, "The Theory of Everything" si concentra soprattutto sulle vicende privare di Hawking e della sua famiglia, registrando le gioie e i dolori derivati dalle conseguenze della malattia ma anche dalle molte gravidanze (ben tre) che ne allietarono il menage matrimoniale. Seppur convenzionale la regia di James Marsh evita i rischi di pietismo e accondiscendenza connessi con la menomazione del protagonista. Eddie Redmayne nella parte del fisico inglese si produce in una di quelle rappresentazioni dell'handicap fisico che, in vista della prossima edizione degli Oscar, potrebbe fargli guadagnare la simpatia dei membri dell'Academy

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