giovedì, novembre 20, 2014

SCUSATE SE ESISTO!


di: R.Milani.
con: R.Bova, P.Cortellesi, L.Savino, E.Fantastichini, C.Bocci, S.Rocca.

- ITA 2014 - 
Commedia - 105 min




E' noto: la Storia tende a ripetersi in un rapporto inversamente proporzionale alla quantità d'insegnamenti che se ne trae. Sarà anche per questo, forse, che la cosiddetta nuova commedia italiana stenta, in generale, a rinnovarsi. In un limbo mediano, può  ragionevolmente collocarsi, in ogni caso, quest'opera di R.Milani, "Scusate se esisto !", ruotante attorno alla figura di Serena/P.Cortellesi, talentoso architetto abruzzese che, dopo una parentesi all'estero, incapace di sopire del tutto fin troppo note nostalgie attinenti al famoso/famigerato carattere nazionale, torna in Italia e, da prassi, viene quasi subito presa al cappio di lavori senza sbocco e mal pagati. Le cose sembrano prendere una piega inaspettata allorché fa la conoscenza di Francesco/R.Bova, atletico proprietario di ristorante che la assume come cameriera e la incoraggia a non demordere. L'occasione per imprimere l'accelerazione definitiva agli eventi, si materializza sotto forma, da un lato, della rivelazione della felice omosessualità di Francesco e, dall'altro, dall'imporsi di un progetto di Serena inerente addirittura la parziale riqualificazione di uno dei tanti monumenti all'idiozia umana, nel caso l'agglomerato edilizio di Corviale, nel quadrante sud-occidentale di Roma. La combinazione tutt'altro che pacifica, seppur spesso comica, di questi due elementi, condurrà la vicenda a continui scambi di ruoli, a equivoci, fino alla ricomposizione, intesa come punto di equilibrio tra volontà ed esigenze diverse.

La commedia, scritta ad otto mani (quelle di Milani e Cortellesi incluse, quest'ultime, tra l'altro, unite anche fuori dal set), se può contare su un Bova che sa giocarsela con una qual leggerezza e distacco nei panni del bello e impossibile gay, simpatico e premuroso, e sulla stessa Cortellesi quando riesce a rendere interessante il personaggio di Serena spogliandolo di pose e moine care ai suoi trascorsi televisivi, altresì perde mordente nel ricorso assiduo al tritume di cliché cristallizzati entro la camicia di forza di macchiette con tutta evidenza inossidabili: i parenti provinciali folkloristicamente invadenti; il dialetto inscatolato in ovvi nonsense; il Capo cialtrone e, di fondo, ottuso, a cui i sottoposti riservano tutto l'ossequio che gli rifiuteranno al momento di risorgere in una collettiva presa di coscienza; i comprimari omosessuali sensibili e/o pittoreschi; i contrasti che si appianano e le prospettive che si ridisegnano di preferenza intorno alla grande-tavola-imbandita-italiana, et. Se, quindi, non si può non notare un certo garbo nel tono d'insieme (ridotto uso del turpiloquio; i caratteri, anche quelli secondari, tratteggiati in modo elementare ma con affetto sincero), permane comunque la sensazione dell'ennesima scommessa giocata sulla difensiva, più attenta cioè al margine minimo-ma-sicuro che a combinazioni magari insidiose ma più redditizie.

Piccole parti per E.Fantastichini, S.Rocca e C.Bocci.

(Nota: come da titoli di coda, il progetto di recupero per Corviale esiste sul serio. I lavori dovrebbero iniziare nel 2015. Incrociamo le dita).


TFK

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