domenica, marzo 02, 2014

FELICE CHI E' DIVERSO

Felice chi è diverso
di Gianni Amelio
Italia, 2014
genere, drammatico
durata, 93'


Attraverso i codici del documentario, Gianni Amelio racconta come l’omosessualità era (ed è) vissuta nella nostra Italietta, e lo fa attraverso il racconto di immagini di repertorio, titoli di giornali d’epoca e i racconti di circa venti anziani che raccontano come hanno vissuto la propria sessualità all’epoca. Amelio fa suoi questi codici tenendo fede al termine racconto, e tenendo lontano il fantasma del termine “testimonianza”, evitando di fare un processo pubblico da documentario televisivo (si evita anche di mettere i nomi degli intervistati in sovrimpressione, come avviene normalmente). Tra gli attacchi al Pier Paolo Pasolini uomo (ci sono delle vignette d’epoca disgustose) e la fragilità di un cantautore gay come Umberto Bindi, ogni storia e punto di vista è diversificato dalle diverse esperienze e dal modo di affacciarsi sul mondo; si finisce così per parlare delle adozioni, degli amori a lungo termine e degli amori “cosacchi”, dell’irrigidimento della cultura etero-sessuale all’alba dell’arrivo dell’AIDS, (nella più recente filmografia tematica trattata in Dallas Buyers Club). Ed è assurdo come, per paradosso, proprio da una situazione culturale fatta di negazione e di emarginazione subdola, quella nata dalla propaganda fascista, in Italia non ci siano mai state leggi contro gli omo-sessuali. La chiusura con l’intervista ad un giovane omosessuale, lascia intendere che viviamo in un marciume culturale lungi dall’essere risanato, e che il futuro per lui, come per tanti altri, è ancora incerto. Nonostante tutto però, come nella poesia di Sandro Penna alla quale il film è densamente ispirato, a farla da padrone è la speranza.



Il documentario (genere singolare per la più celebre filmografia del regista calabrese), fa emergere, al di là dell’indignazione e del dibattito sull’argomento, un elemento di cui Amelio diviene vate, anche in lavori meno riusciti come “L’intrepido”: ogni persona ha diritto alla vita, ed ha diritto all’incanto per la vita.



Antonio Romagnoli

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