martedì, giugno 28, 2011

13 ASSASSINI

13 ASSASSINI
REGIA: Takashi Miike


Giappone 1844. Il fratellastro dello Shogun, il malvagio e sadico Naritsugu esercita il suo potere contravvenendo alle millenarie leggi della società nipponica, terrorizzando e umiliando i suoi collaboratori, portando alla fame i contadini, stuprando le donne dei sudditi e massacrando senza pietà intere famiglie solo per ribadire il proprio potere.

Esasperato dagli eccessi del giovane nobile, turbato dal gesto estremo messo in atto in segno di protesta da un importante esponente politico al servizio del malvagio Naritsugu, l'onorevole Dei, influente rappresentante politico, durante il consiglio dei saggi ribadisce con fermezza la volontà dello Shogun di trovare una soluzione pacifica, ma segretamente convoca il samurai Shinzaemon Shimada, al quale propone, facendo leva sul suo senso dell'onore, una missione apparentemente impossibile: uccidere Naritsugu, sfidando il suo potente esercito.

Dopo aver accettato l'incarico, Shimada si mette a capo di un manipolo di impavidi guerrieri.
E' il film della definitiva maturità di uno dei registi più prolifici (dopo 13 assassini ha già girato altri quattro film) e importanti del cinema nipponico.
13 Assassini parte lentamente, ma il lungo prologo è necessario per capire i meccanismi che portano alla sofferta decisione estrema e soprattutto per immergersi in una concezione dell'onore e della giustizia fuori dal tempo.

Miike gioca tutta la prima parte del film sui dialoghi, spiegandoci i fragili equilibri di potere e le severe regole della società giapponese dell'epoca.
Dopo essersi addentrato nella tradizione, Takashi Miike scatena la propria forza visionaria con una battaglia ottimamente coreografata, confezionata con mischie furibonde, eleganti fendenti e tori kamikaze.
Generoso mix di autorialità e visioni pop per un film straordinariamente efficace dal punto di vista visivo.

13 assassini è il remake di un classico del cinema nipponico datato 1963 e diretto da Eiichi Kudo, ma che pesca anche ne I sette samurai (1954) di Akira Kurosawa e in alcuni frangenti omaggia lo spaghetti-western.

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