lunedì, marzo 07, 2011

IL GRINTA

IL GRINTA
di J. e E. Coen


La quattordicenne Mattie Ross (H. Steinfeld) assolda lo sceriffo Cogburn (J. Bridges) per catturare Tom Chaney (J. Brolin) che le ha ammazzato il padre.
Alla caccia all'uomo, rifugiatosi in territorio indiano, si unirà il ranger texano La Boeuf (M. Damon).
Nel 1969 piombò sugli schermi l'innovativo e revisionista Mucchio Selvaggio di Sam Peckinpah.
Tra il 1964 e il 1966 Sergio Leone con la sua "Trilogia del dollaro" aveva stravolto i canoni del western classico.
Ecco perché quando nel 1969 arrivò nelle sale il Grinta interpretato da John Wayne e diretto da Harry Hathaway, risultò essere una pellicola arrivata fuori tempo massimo, un film vecchio stile o forse vecchio e basta.
Per questo motivo fondamentale, per i fratelli Coen, non avrebbe avuto senso mettere in piedi un remake del film di Hathaway.
Infatti, i fratelli del Minnesota, per quanto possibile, cercano di tenersi lontano dalla pellicola che portò all'oscar il duca e ci offrono una personale rilettura del racconto (pubblicato a puntate sul Saturday Evening Post nel 1968) di Charles Portis.
Joel e Ethan Coen si insinuano nelle pagine del romanzo, rileggendolo e fornendo la loro personale visione della vicenda, che porta ad un ridimensionamento del ruolo del ranger La Boeuf e soprattutto rende molto più agguerrita e bellicosa la quattordicenne Mattie Ross.
Esteticamente virano con decisione prima sul truculento, nella scena del capanno, e poi sfiorano il lisergico sia quando si materializza l'indiano che porta via il cadavere dell'impiccato sia durante la sfiancante galoppata notturna.
Il direttore della fotografia Roger Deakins, inoltre, ci mette del suo trasformando lo scontro notturno tra La Boeuf e la banda di Lucky Ned (B. Pepper) in una partita di baseball giocata con la luce artificiale.
Praticamente perfetto l'imponente J. Bridges nei panni dello sceriffo alcolizzato, dai modi rudi e sbrigativi.
Film sul distacco, la separazione, la perdita.
Ennesima sfida dei fratelli Coen, che per la prima volta sono riusciti ad abbattere il muro dei cento milioni di dollari di incasso negli Stati Uniti, cosa non riuscita neanche a capolavori come Il grande Lebowsky (1998) e Non è un paese per vecchi (2007).
Curiosità: nel Grinta del 1969 la benda del protagonista era sull'occhio sinistro, in questa versione è posizionata su quello destro.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Il film dei Cohen appartiene a quelli che di loro mi hanno lasciato indifferente...l'ho visto in originale, forse lo rivedro' con i sottotitoli,resta la consapevolezza di un opera poco appassionante ma come al solito irrepresibile dal punto di vista tecnico..il successo al botteghino resta per me un mistero nonostante il tema della vendetta,da sempre ingrediente di successo nella cinematografia americana...l'interpretazione della giovane attrice e' pero' degna di nota...

nickoftime

veri paccheri ha detto...

a me il film è piaciuto. è puro holliwood.
forse se fosse stato girato da un regista in stile aldrich sarebbe stato un film più di pancia, in cui scavare sulla vendetta.
i coen ne danno una lettura fumettistica e patinata, che rende tutto molto più spettacolare e leggendario.
la messa in scena m'è parsa perfetta.
un film cattivo, truculento e spettacolare.
molto bravo bridges, che amo in ogni sua veste e forma :-)
comunque bravi tutti gli attori, qui davvero trasformati.
la scena dello sfiancamento del cavallo è davvero toccante, povera bestia! :-(
un caro saluto a tutti!

Watanabe ha detto...

E' un film riuscito ma è inferiore alle loro opere migliori.
Colpa di una mezz'ora finale un po' piatta, un cattivo (Brolin) poco incisivo e una risoluzione superficiale.
Fino al rapimento della ragazzina sfiorava vette altissime di cinema.

persogiàdisuo ha detto...

Concordo con nickoftime..ottimo tecnicamente, ma mi ha lasciato abbastanza indifferente

Christian ha detto...

Invece per me è fin troppo fedele al film di Hathaway del 1969 (ci sono dialoghi e persino inquadrature perfettamente identici), e per questo, pur essendo gradevole, è essenzialmente inutile, come molti remake.

Anonimo ha detto...

..e pensare che i Cohen ne avevano affermato la diversità filologica..attaccata al romanzo ma lontana dal film di Hathaway...

nickoftime

Anonimo ha detto...

Ora non esageriamo. Le differenze ci sono. Il "cattivo" Brolin sembra quasi un deficiente; la ragazzina è molto più aggressiva; il ranger ha un ruolo meno importante. Inoltre il finale notturno, come ho scritto, sembra quasi una visione, un "viaggio".
Per quanto riguarda i dialoghi, credo che una certa fedeltà al racconto di Portis sia obbligata.
Fabrizio

nickoftime ha detto...

..insomma mi sa che mi devo vedere l'originale e poi farmi la mia idea..comunque devo dire che generalmente a me i remake piacciono poco perchè quasi sempre non aggiungono molto ma anzi tolgono qualcosa...e questo al di là della delusione Cohen...