martedì, maggio 12, 2009

Questione di cuore

Nella stessa notte lo sceneggiatore Alberto (A. Albanese) e il carrozziere Angelo (K. Rossi Stuart) vengono colpiti da infarto.
Si ritroveranno ricoverati uno accanto all'altro nello stesso ospedale romano.
Benchè l'intellettuale nato al nord e il coatto romano non abbiano nulla in comune, nasce tra di loro una intensa amicizia che porterà a sviluppi (im)prevedibili.

Francesca Archibugi (Il grande cocomero, L'albero delle pere) gira una commedia al tempo stesso leggera ed amara tratta dal romanzo autobiografico dello sceneggiatore Alberto Contariello.

QUESTIONE DI CUORE ricorda non poco IL GRANDE COCOMERO (i legami che nascono a causa della malattia) ha dialoghi a tratti brillanti e la coppia Kim Rossi Stuart - Antonio Albanese che merita applausi per come riesce a dare credibilità ai personaggi e sopratutto per il tocco leggero della loro interpretazione.

Il film però non è esente da inciampi e stonature, prima tra tutte la visita di gruppo degli amici vip (Sorrentino, Virzì, Verdone, Sandrelli) al capezzale di Alberto.



Da sottolineare negativamente anche il personaggio di Paolo Villaggio, che oltre ad essere ridotto a macchietta, non ha nessuna influenza nell'economia del film.

Brave Micaela Ramazzotti e sopratutto Chiara Noschese, attrice di teatro che il cinema dovrebbe utilizzare più spesso.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Rispetto all'ultima opera della Archibugi non ci sono veri miglioramentimi: l'estetica è sempre più televisiva, le pretese autoriali sconfinano nel calligrafico con immagini di una periferia romana che vorrebbero essere impressionistiche ma sono invece il risultato di un certo buonismo che regna nell'intellighenzia girotondina e con una retorica della marginalità e del razzismo che trionfa nella scena in cui kim rossi stuart dice ad albanese che osserva il pestaggio di un africano la seguente frase..."chiudi la finestra e fatti i cazzi tuoi".

Il film si salva soprattutto perchè la regista lascia spazio ad un duo attoriale che lo occupa con il corpo e con gli sguardi più che con le parole...

Senza essere retorico vorrei dire che il film è totalmente privo di sguardo e conseguentemente totalmente anonimo.

Io continuo a dare fiducia al cinema italiano ed infatti sono anche andato a vedere "Generazione mille lire" ma la televisione la vorrei vedere per scelta e soprattutto a casa mia.

un saluto a tutti

nickoftime