venerdì, gennaio 09, 2009

MILANO ODIA: LA POLIZIA NON PUO' SPARARE - ITALIA 70 - IL CINEMA A MANO ARMATA (9)

nona puntata

MILANO ODIA: LA POLIZIA NON PUO' SPARARE (1974)

REGIA: Umberto Lenzi
CAST: Tomas Milian - Henry Silva - Laura Belli - Anita Strindberg - Guido Alberti - Ray Lovelock - Gino Santercole - Mario Piave - Luciano Catenacci - Pippo Starnazza - Rosita Torosh - Franco Ferrari.
TRAMA: Uno spietato delinquente, tenuto ai margini anche dalla malavita perchè ritenuto inaffidabile, rapisce la figlia di un ricco industriale, trascinando i suoi complici in una spirale di violenza che sembra non avere fine

IL FILM: Giulio Sacchi (Tomas Milian) è un malvivente vigliacco e inaffidabile che si fa mantenere dalla fidanzata alla quale estorce denaro con la forza e le minacce.
Passa le sue giornate al bar, parlando di grandi progetti criminali a cui nessuno crede.Per questo motivo negli ambienti della malavita milanese non gode di buona reputazione e nessuno vuole "lavorare" con lui.
Il boss Ugo Majone (Luciano Catenacci) lo fa partecipare ad una rapina in banca insieme ad i suoi uomini con un ruolo marginale, fare da autista.
Ma Sacchi si comporta come suo solito, si fa intimidire da un vigile urbano che vuole fargli la multa per divieto di sosta, perde la calma e lo uccide.
La rapina non riesce a causa del comportamento di Sacchi che viene picchiato, offeso e deriso dal boss Majone e dai suoi uomini.

Ma la lezione inflittagli non serve a nulla, Sacchi è sempre il solito pazzo incontrollabile e una sera mentre cerca di rubare poche monete da un distributore automatico di sigarette ammazza un povero metronotte che lo aveva scoperto.
Giulio Sacchi è ambizioso, si sopravvaluta, vuol far vedere a tutti che lui è in grado di far carriera nel mondo della malavita.
Con questo scopo insieme ad altri due delinquenti di periferia, Vittorio (Gino Santercole) e Carmine (Ray Lovelock) e con l'inconsapevole complicità della fidanzata Jone Tucci (Anita Strindberg) decide di rapire Marilù Porrino (Laura Belli) figlia del ricco commendatore Porrino (Guido Alberti) datore di lavoro di Jone.
Per procurarsi le armi necessarie al rapimento Sacchi uccide due inermi vecchietti contro la volontà dei suoi complici e ruba l'auto della sua fidanzata.
Il rapimento è un massacro. La banda di Sacchi sorprende Marilù mentre è in auto con il suo fidanzato.Il giovane reagisce ai rapitori consentendo la fuga di Marilù verso una abitazione e per questo viene abbattuto a colpi di mitra da Sacchi.Successivamente la banda di squilibrati raggiunge la villa dove Marilù in stato confusionale ha trovato rifugio.
I proprietari della villa non hanno ancora capito cosa sta accadendo che già si ritrovano in casa il feroce Sacchi e i suoi complici.
Una volta inquadrata la situazione e resosi conto di trovarsi a casa di ricchi borghesi, Sacchi si scatena: appende al lampadario due donne, obbliga uno degli uomini presenti a praticargli del sesso orale, infine in preda alla follia ammazza tutti compresa una bambina e rapisce Marilù. Intanto il commissario Grandi (Henry Silva) ha capito di avere a che fare con uno psicopatico e da alcuni indizi, primo tra tutti l'uccisione del metronotte, risale a Giulio Sacchi, però non ha le prove di quanto afferma e per questo entra in contrasto con i suoi superiori quando suggerisce al padre di Marilù di non pagare il riscatto sicuro che la figlia sarebbe stata comunque uccisa.In attesa del pagamento del riscatto Sacchi è sempre più nervoso, picchia e tenta di violentare Marilù ed entra in contrasto con i suoi complici che hanno sempre più paura di lui.
Intanto Jone, la fidanzata di Sacchi, ha capito che il suo uomo è un criminale e viene a conoscenza che la strage nella villa è opera sua. Sacchi uccide anche lei senza pietà, salvo poi recarsi dal commissario Grandi per denunciarne la scomparsa.La situazione sul barcone abbandonato, dove Marilù è tenuta prigioniera è sempre molto tesa, Sacchi ormai fuori di testa ammazza i suoi complici e dopo un conflitto a fuoco dove ferisce ad una gamba il commissario Grandi si impossessa del riscatto.Che fine ha fatto la povera Marilù? Questo non lo sveliamo e lo lasciamo scoprire a chi ancora non ha visto il film.
Il commissario Grandi è furioso, sa che il responsabile della carneficina è Giulio Sacchi ma non può fare nulla perchè non ha uno straccio di prova, inoltre è rimasto zoppo dopo che lo psicopatico criminale lo ha colpito ad una gamba. Sacchi ha vinto, ha realizzato il suo sogno criminale, non esiste nessuna prova contro di lui ed ha incassato moltissimi soldi, ma commette il solito errore di farsi vedere troppo in giro vantandosi delle sue malefatte.Il commissario Grandi lo rintraccia mentre è seduto al tavolo di un bar mentre con la solita spavalderia si vanta delle sue imprese, Grandi tira fuori la pistola e la punta contro Sacchi che comunque non crede che il commissario voglia davvero sparare, non crede possa esistere un poliziotto disposto a perdere il lavoro e passare il resto dei suoi giorni in galera per amore di giustizia. Si sbaglia, Grandi fa fuoco contro Sacchi che lancia l'ultimo disperato urlo: "..la polizia non può sparare!" prima di morire in mezzo ai rifiuti.

IL COMMENTO:Il capolavoro di Umberto Lenzi.
Il poliziesco italiano più violento e cinico di tutti i tempi che offre un ritratto piuttosto pessimista dell'Italia dell'epoca lacerata dagli scontri di classe.
La trama del film è volutamente semplice per poter lasciare spazio alla violenza.
Lenzi descrive alla perfezione la psicologia del personaggio di Giulio Sacchi, uno sconfitto dalla vita che non trova posto nella società, talmente "ultimo" che non riesce a trovare collocazione nemmeno nella piccola malavita di periferia. Con un pò di attenzione si possono scorgere anche alcuni riferimenti politici che il bravo Lenzi spesso inserisce nei suoi film. Infatti il regista toscano mette in campo almeno 2 riferimenti socio-politici che tendono quasi a giustificare l'odio di Sacchi nei confronti della società:
1) Il dialogo con Carmine che precede l'assalto alla vettura in cui Marilù e in compagnia del suo fidanzato;
2) Il fatto che il paese di nascita e residenza di Sacchi sia SESTO SAN GIOVANNI, il comune alle porte di Milano, abitato in larga maggioranza da operai, manovali o comunque da classi sociali molto povere, noto in Italia anche come "la Stalingrado d'Italia" per via dell'altissimo numero di voti che il Partito Comunista Italiano si vedeva attribuire.

Colonna sonora di Ennio Morricone che entra di diritto tra le più belle di tutto il genere poliziesco.
Indimenticabile la scena in cui Sacchi irrompe nella villa di alcuni ricchi borghesi dove prima si fa praticare del sesso orale da un uomo, ammazza una bambina, poi appende tutti ad un lussuoso lampadario prima di ammazzarli. Consiglio vivamente di utilizzare il fermo immagine del vostro lettore vhs o dvd quando la macchina da presa inquadra il volto di Tomas Milian/Giulio Sacchi mentre spara con il mitra agli ostaggi appesi al lampadario, espressione indimenticabile.

CURIOSITA'-NOTIZIE: "Milano odia: la polizia non può sparare" è il secondo poliziesco diretto da Umberto Lenzi, il primo era stato Milano Rovente del 1973.Prima dell'inizio delle riprese il cast era composto diversamente e Tomas Milian doveva interpretare il ruolo del terzo sequestratore, ma una volta letto il copione chiese di interpretare il protagonista cattivo che doveva essere Richard Conte, altrimenti avrebbe rinunciato al film. A Richard Conte fu quindi chiesto di interpretare il ruolo del commissario ma l'improvvisa morte dell'attore americano portò all'ingaggio di Henry Silva. La scena dell'inseguimento iniziale è molto nota tra gli appassionati del genere poliziesco.Infatti questa scena (con l'inizio e la fine cambiati) è presente in ben 3 film: MILANO TREMA: LA POLIZIA VUOLE GIUSTIZIA (1973); MILANO ODIA:LA POLIZIA NON PUO' SPARARE (1974); ROMA A MANO ARMATA (1975).
Questo è dovuto al fatto che il produttore dei 3 film era LUCIANO MARTINO (fratello del regista Sergio) che aveva commissionato delle scene di inseguimenti allo stuntman francese JULIANNE REMY, che era solito girare con auto proprie e con operatori di sua fiducia. Una volta entrato in possesso del materiale girato il produttore per sopperire alla mancanza di risorse economiche utilizzò le scene in più film.
Alla sua uscita il film registrò cattive recensioni da parte della critica. Il film fu stroncato da PAESE SERA e IL GIORNO più benevolo IL MESSAGGERO.

per saperene di piu'

Leggi la versione en espanol

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ottimo come sempre. Ho letto tutte le tue precedenti "puntate" e confermi la tua grande competenza oltre che una grande passione per il "genere". Devo dire che con "milano odia: la polizia non può sparare" la descrizione del film risulta, forse, prolissa; però capisco che il trasporto passionale, in qualche occasione, porta ad indulgere sulla descrizione dettagliata, "innamorandosi" dei particolari. Comunque i tuoi scritti risultano sempre di alto livello e molto professionali.Nel rinnovarti i miei complimenti permettimi di esternare un quesito che mi assale: ma tu hai un altro lavoro o fai questo di mestiere?!

Anonimo ha detto...

mentre fabrizio ci regala quest'ottima e appassionata rubrica sul cinema poliziesco, a torino si ricomincia a respirare un'aria degli anni passati. un certo 24enne torinese di nome alessandro rota ha girato un mediometraggio (40')tuffandosi in quel filone del nostro cinema popolare poliziesco degli anni settanta.la recensione scritta da pierpaolo de sanctis su nocturno 01/2009 ne esalta lo stile, il divertimento, l'ironia e il senso estetico. io mi sono già messo alla ricerca per poterlo vedere senza averne esiti. www.calibro70.it buona visione
p.s. ieri ha compiuto 63 anni quel bel ragazzo che si chiama david lynch. auguri

Calibro70 ha detto...

Ciao Ethan.

Calibro70 verrà riproposto, dopo la proiezione avvenuta in anteprima a Dicembre 2008, nella rassegna che Piemonte Movie dedica ai film polizieschi girati a Torino.
La proiezione è per Domenica 8 Marzo alle 20,15 presso il Cinema Empire in Piazza Vittorio Veneto 5 a Torino.
A seguire verrà proposto Torino Violenta di Carlo Ausino.

Tra pochi giorni sarà on line la versione definitiva del sito www.calibro70.it , finora rimasto incompleto. Attraverso il sito sarà possibile anche acquistare il dvd del film.

Ciao!

Anonimo ha detto...

ciao calibro 70, ti ringrazio molto per la segnalazione, ma domenica otto marzo ho un impegno preso anticipatamente e non posso venire così a torino. sicuramente acquisterò il dvd. grazie ancora per la tua gentilezza. ethan